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Ansedonia è una rinomata località turistica, situata sull'omonimo promontorio a sud-est del comune di Orbetello di cui è frazione, nelle vicinanze delle rovine dell'antica città romana di Cosa.
La città romana di Cosa costituisce le vestigia della moderna località di Ansedonia. Nell'area archeologica sono degne di nota le Mura di Cosa, il Museo Archeologico Nazionale e le opere ingegneristiche della Tagliata Etrusca e dello Spacco della Regina.
Tra le varie ville lussuose di epoca moderna che caratterizzano la località, si ritrovano alcune tracce di storia in alcuni monumenti isolati. Tra questi sono da ricordare la Torre di San Pancrazio e la Torre di San Biagio, di origini medievali, presso la quale si trova la Cappella di San Biagio costruita in epoca tardo-medievale su un antico mausoleo romano.
La Tagliata Etrusca è una notevole opera di ingegneria, risalente al periodo etrusco-romano. Si tratta di un canale tagliato nella roccia lungo la costa a sud-est del promontorio, ideato per evitare l'insabbiamento dell'antico porto creando un sistema di contro-correnti provenienti dal mare e dal canale emissario del non lontano Lago di Burano.
Questa notevole opera ingegneristica era completata dallo Spacco della Regina, una grande spaccatura del promontorio soprastante che si sviluppa lungo alcuni cunicoli scavati artificialmente.
Nella zona è degna di nota anche la cinquecentesca Torre della Tagliata, edificio che venne trasformato in abitazione nei secoli successivi e nel quale dimorò anche Giacomo Puccini.

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LA TORRE DELLA TAGLIATA,LA TAGLIATA E LO SPACCO DELLA REGINA

LA TORRE DELLA TAGLIATA,LA TAGLIATA E LO SPACCO DELLA REGINA

LA CINTA MURARIA DI COSA

Spacco della Regina

Vicino alla Tagliata si trova lo Spacco della Regina: una fenditura naturale della roccia, che in tempi remoti svolgeva le funzione della Tagliata, poi una frana la rese inagibile e venne probabilmente riutilizzata per celebrare riti religiosi. L'ingresso è stretto e buio, sarebbe utile avere una torcia, tuttavia superati i primissimi metri, la luce che penetra (in modo molto suggestivo) dalla fenditura in alto, è sufficiente a fornire un'illuminazione apprezzabile. Nello spacco della Regina troviamo tre ambiente intervallati da tre stretti cunicoli. Sono ancora perfettamente visibili gli antichi colpi di scalpello che hanno modellato questi ambienti. Il silenzio profondo, la luce che penetra tra la vegetazione in alto e le strette pareti di roccia, creano una suggestione fuori dal comune; una volta che vi troverete all'interno, potrete facilmente comprendere come questo luogo abbia dato origine a numerose legende.


 Cosa era una colonia di diritto latino, fondata nel 273 a.C. sul litorale della Toscana meridionale. Il suo nome deriva probabilmente da quello di un antico centro etrusco, Cusi o Cusia, individuato nella moderna Orbetello. Sorgeva sul promontorio roccioso dell’attuale Ansedonia, situato a 114 m s.l.m., e oggi il sito rientra nel territorio comunale di Orbetello. L’area comprende due alture, una ad Est (Collina orientale) ed una a Sud (Arce), in una posizione strategica sia per il controllo del mare sia del traffico terrestre. Le ricerche archeologiche sono state avviate dall’American Academy in Rome, sotto la direzione di Frank Brown, a partire dal 1948; sono state indagate le aree del Foro, dell’Arce, un horreum ed alcune abitazioni private. Altri sondaggi hanno interessato le strutture portuali e la peschiera connessa alla laguna. Dal 1991 al 1997 la direzione dei lavori è stata ereditata da Elizabeth Fentress, il cui obiettivo era di fare chiarezza sulle fasi più tarde del sito. A partire dal 2005 fino al 2012 hanno partecipato alle indagini anche le Università di Granada e Barcelona, impegnate nello scavo di una domus. Tutte le istituzioni attualmente attive sul sito partecipano al Progetto Strade di Cosa. Dal 2013, infatti, Cosa ospita anche le équipes di ricerca della Florida State University, del Bryn Mawr College e dell’Università di Tübingen; oggetto delle ricerche è tuttora il complesso termale del sito. Dal 2016, l’Università di Firenze ha avviato un progetto di scavo dell’area Sud del Foro, lungo la via processionale P.







La Torre di San Biagio in una posizione a picco sul mare all'interno di un complesso privato, non lontano dal caratteristico Spacco della Regina.

La torre venne costruita in epoca medievale con funzioni di avvistamento lungo il tratto costiero a sud del promontorio di Ansedonia.
Nella seconda metà del Cinquecento la struttura passò agli Spagnoli che la integrarono nel sistema difensivo costiero dello Stato dei Presidii; nello stesso periodo furono fatti lavori di ampliamento e di ulteriore fortificazione del complesso per renderlo più funzionale.
Tuttavia, nei secoli successivi ci fu una graduale dismissione della torre, ritenuta meno strategica rispetto a quelle vicine; fu l'inizio del lento ed inesorabile declino della fortificazione costiera.
Nel secolo scorso, il suo inglobamento all'interno di un complesso privato ha permesso di salvare e conservare dignitosamente l'imponente rudere rimasto in piedi.
La Torre di San Biagio si presenta sotto forma di rudere ben recuperato e conservato, addossato sul lato che guarda verso il mare ad una costruzione più recente.
La fortificazione conserva benissimo l'altissimo e imponente basamento a scarpa, cordonato nella parte sommitale, che si presenta a forma di piramide tronca a sezione quadrangolare.
Le pareti esterne, rivestite in pietra, presentano alcune finestre ad arco ribassato che si aprono in coppia, disponendosi su tre distinti livelli; esse sono il frutto di interventi di epoca successiva a quella della torre.
Al di sopra del grosso basamento a scarpa, risultano appena abbozzate le strutture murarie che costituivano le pareti esterne della torre, con gli evidenti segni del lungo periodo di degrado dei secoli passati. Tutto ciò lascia immaginare che la torre fosse, in passato, una delle più alte e imponenti dell'intera costa maremmana.

La Tagliata Etrusca sorge ai piedi del versante sud-est del colle di Ansedonia, dove in antichità si trovava il porto della città di Cosa, un modesto scalo marittimo, di cui sono ancora visibili (oltre alla suddetta Tagliata) i resti semisommersi dal mare di moli e frangiflutti. Ma torniamo alla Tagliata Etrusca e diciamo subito che nel nome si nasconde un errore, si tratta infatti di una magnifica opera di ingegneria idraulica romana… e non etrusca! Venne realizzata per ottimizzare il flusso ed il riflusso delle acque dal porto, in modo da evitarne l'insabbiamento. Dopo averla ammirata dal basso, una scalinata vi permette di salire sul fianco del promontorio rivolto al mare, ed osservare gli incassi delle paratie con cui si apriva e chiudeva il canale. Ancora oggi, in condizioni di mare agitato, potrete osservare chiaramente la dinamica del movimento delle acque nella Tagliata.



La Torre della Tagliata è detta anche Torre Puccini, poiché il compositore Giacomo Puccini vi soggiornò dal 1919 al 1922 e qui pare che compose parte della celebre opera lirica Turandot. A proposito della Turandot, ci piace ricordare un curioso aneddoto: il 25 aprile 1926 durante la prima rappresentazione, il Direttore Toscanini, una volta giunti a metà del terzo atto, interruppe lo spettacolo e si rivolse al pubblico, dicendo: "Qui termina la rappresentazione perché a questo punto il Maestro è morto." Effettivamente la Turandot fu lasciata incompiuta dal Maestro Puccini (che si spense il 29 novembre del 1924) e venne completata tra il 1925 ed il 1926 dal compositore Franco Alfano. Il 26 aprile del 1926, sempre sotto la direzione di Arturo Toscanini, l'opera fu rappresentata nella sua integrità, includendo anche la parte di Franco Alfano.
La Torre si trova proprio sulla spiaggia, è rivolta verso il mare, e fu costruita nel XV secolo a difesa dello Stato dei Presidi sui resti di una villa di età imperiale (nel cortile e sulla destra della torre sono ancore visibili altri resti della villa romana). Oggi è un edificio di proprietà del Genio Civile e si notano i numerosi interventi effettuati nei secoli successivi.


La Torre di San Pancrazio si trova sul promontorio di Ansedonia, nel comune di Orbetello, in una posizione a picco sul mare all'interno di un complesso privato.

La torre venne costruita nel Cinquecento dai Senesi e poi potenziata Spagnoli per rafforzare il sistema difensivo costiero dello Stato dei Presidi.
La fortificazione ha svolto funzioni di avvistamento, di difesa ed offesa fino agli inizi dell'Ottocento, epoca in cui iniziò la graduale dismissione a seguito dell'annessione dell'intero territorio al Granducato di Toscana.
Nel corso del secolo scorso, la torre è rimasta inglobata all'interno di un complesso privato, trovandosi adesso quasi addossata a edifici di epoca più recente.
La Torre di San Pancrazio si presenta a sezione circolare, con possente basamento a scarpa cordonato. La porta di accesso si trova al piano rialzato, sopra il cordone del basamento, ed è raggiungibile attraverso una rampa di scale esterna munita di ponte levatoio finale.


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